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La gestione della crisi d'impresa


Da marzo 2022 stiamo operando e gestendo la società con la nuova disciplina della crisi d'impresa, ancora prima dell'entrata in vigore.

Un grande vanto e orgoglio la collaborazione con un noto studio di consulenza con sede a Brescia con il quale ci impegniamo costantemente all'analisi degli assetti gestionali e contabili al fine di ottenere la continuità della società.

Cosa prevede la gestione della crisi di impresa ?

La  disciplina in materia di crisi di impresa prevede che gli amministratori siano chiamati a strutturare l'azienda in modo che situazioni di difficoltà emergano tempestivamente. In tal caso l'amministratore dovrà intervenire in via preventiva alla risoluzione dell'eventuale crisi, mentre gli organi di controllo  dovranno vigilare sull'adempimento di tali obblighi.

Questa nuova impostazione del legislatore, agevola un cambiamento nell'approccio culturale e operativo alla crisi di impresa i cui effetti avremo modo di valutare nei prossimi anni. 

Cosa si intende per crisi di impresa ?

Secondo quanto disciplinato dal  Codice di Crisi di Impresa e di Insolvenza (CCII) , per crisi di impresa si intende “lo stato che rende probabile l'insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni nei successivi 12 mesi” .

Gli  “assetti adeguati”  per rilevare tempestivamente la crisi dell’impresa

Le  norme in materia di crisi di impresa sono state riviste più volte negli ultimi anni, con l'obiettivo di fare in modo che emergano le difficoltà economiche e finanziarie dell'impresa prima che sia troppo tardi e debba intervenire l'autorità giudiziaria.

In merito a ciò, sempre nel CCII viene introdotto il concetto di adeguati assetti di cui l'imprenditore deve dotarsi al fine di rilevare tempestivamente la crisi .

In quest'ottica, qualsiasi imprenditore che operi in forma societaria o collettiva deve:

istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa  e della perdita della continuità aziendale;

attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il  superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.

Al fine di  prevedere tempestivamente la  crisi d'impresa , in base all'art.3 del CCII tali assetti organizzativi, amministrativi e contabili devono consentire di:

rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario , rapportati alle specifiche caratteristiche dell'impresa;

verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale  almeno per i dodici mesi successivi e rilevare i segnali di crisi.

In buona sostanza, si introduce un «vero e proprio obbligo», per l'imprenditore, di adottare degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili finalizzati a monitorare, ed eventualmente, rilevare situazioni patologiche che potrebbero sfociare anche nella crisi dell'impresa .


Parte del testo è stato estratto dall'autore Matteo Nori, attraverso il sito www.cribis.com